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Superbonus - Stop alla cessione dei crediti - Che succede adesso?

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Ci avete inondato di richieste per avere chiarimenti in merito alla notizia dello stop alla cessione dei crediti relativi al Superbonus (leggi i nostri precedenti articoli) e a tutti gli altri Bonus attualmente in vigore.

Oggi vi forniremo le informazioni ufficiali, cercando come sempre di semplificare al massimo i concetti per un tema incredibilmente complesso ed articolato.

Perché è stato deciso lo stop alla cessione del credito?

L’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di limitare l’emorragia di fondi pubblici.

A fine gennaio risultavano maturati 54,7 miliardi di detrazioni, per lavori che una volta conclusi ne costeranno all’Erario 71,7, con il Mef che ha stimato che, senza correzioni, la spesa totale avrebbe toccato i 120 miliardi di euro.

Chiaramente non entreremo nella dialettica politica della questione ma forniremo come sempre i dati “crudi”.

Ognuno potrà poi fare le proprie valutazioni.

Tra le intenzioni del Governo c’è inoltre quella di sbloccare i crediti fiscali incagliati: 15 miliardi di euro secondo stime Ance.

Le banche, dopo aver fatto il pieno di crediti nei primi 18 mesi di vita del superbonus, sono arrivate al limite della capienza fiscale.

Di cosa tratta esattamente questo Decreto Legge?

Il Decreto Legge che ha bloccato le cessioni del credito relativo alle agevolazioni fiscali, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale è entrato in vigore dal 17 febbraio 2023.

Il primo dato evidente è che non sarà possibile dare vita a operazioni di cessioni del credito e sconti in fattura per attività non ancora avviate.

Per limitarci al Superbonus, agevolazione sulla quale lo stop ha sicuramente il maggiore impatto, un condominio o il proprietario di casa indipendente che non abbiano depositato la Cilas nei tempi previsti, non avranno più la possibilità di cedere il credito, mantenendo comunque la possibilità di chiedere le previste detrazioni fiscali sul proprio 730 o sul modello Unico (oggi PF).

Chi ha ancora diritto alla Cessione del Credito?

Chi invece ha già iniziato i lavori pagando alcune fatture e a maggior ragione chi ha già effettuato almeno una cessione a Sal, avrà ancora diritto a effettuare le cessioni.

Lo stesso vale anche per chi non ha ancora iniziato i lavori ma ha depositato la Cilas prima della data di entrata in vigore del decreto.

In questo caso però il problema diventa sostanziale, perché il fatto di aver diritto alla cessione non garantisce automaticamente che si troverà una banca disposta a ritirare il credito.

Con il decreto cambiano le scadenze del superbonus?

Restano invariati i termini e le aliquote.

Per quanto riguarda i condomini: se la delibera assembleare è stata assunta entro il 24 novembre 2022 e la Cilas presentata entro il successivo 25 novembre oppure se la Cilas è stata presentata dopo il 25 novembre ma comunque entro il 31 dicembre e la delibera assembleare è anteriore al 18 novembre 2022, si ha diritto al 110%, altrimenti si scende, per il 2023, al 90%.

Per le case indipendenti, se i lavori erano in corso al 30 settembre 2022 ed erano stati completati almeno per il 30%, si ha diritto al 110% ma solo per le opere ultimate entro il 31 marzo 2023.

Negli altri casi, le abitazioni indipendenti sono agevolate al 90% per il 2023, purché si tratti di prima casa e l’ISEE sia inferiore a 15.000 euro.

Per le case plurifamiliari con proprietà unica, il termine ultimo per la Cilas per ottenere il 110% era il 25 novembre 2022.

Scadenze decisamente non facili da ricordare.

Per tutti il superbonus scende al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Ma sarà ancora conveniente il Superbonus?

Al momento è impossibile dare una risposta sensata al quesito.

Vero è che negli ultimi mesi si erano un po’ allargate le maglie per la circolazione dei crediti.

Dopo una prima cessione fatta dal contribuente all’impresa ovvero a un qualsiasi soggetto terzo, la seconda e la terza cessione dovevano avvenire obbligatoriamente a un soggetto vigilato (banca, finanziaria, assicurazione).

Le banche potevano ricevere anche una quarta cessione e a loro volta cedere alla clientela professionale.

Tutto questo non è però servito a molto.

L’ultimo rimedio cui si era pensato era la cessione a enti pubblici, ma il governo ha detto definitivamente no. 

Lo stop alla cessione del credito riguarda anche gli altri bonus?

Il blocco delle cessioni riguarda anche gli altri bonus come ecobonus standard, bonus ristrutturazione, sismabonus ordinario e bonus barriere architettoniche.

Anche per queste altre agevolazioni, il blocco è scattato dal 17 febbraio per chi non abbia precedentemente avviato l’iter autorizzativo.

Siamo comunque sicuri che non sia finita qui e come sempre continueremo ad informarvi appena avremo dati certi da proporvi.

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