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Case Green - OK dall’UE. Adesso sono dolori?

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Tanto tuonò che piovve!

Leggi l'Aggiornamento dicembre 2023

Dobbiamo andare a scomodare un aforisma del sommo Socrate per fare il punto sulla Direttiva “Energy Performance of Building Directive o EPBD” relativa al rendimento energetico degli edifici, inclusa nel Pacchetto Climatico Fit for 55, che è stata approvata dal Parlamento Europeo nella giornata dello scorso 14 marzo, con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti.

Chiaramente, come sempre, non proporremo alcun commento di tipo politico su chi ha votato a favore e chi contro (ognuno farà le proprie considerazioni) ma andremo a fornire le valutazioni dei contenuti e delle prime conseguenze.

Abbiamo già affrontato in ben 3 articoli l’argomento relativo alla Direttiva volta all’efficientamento energetico degli edifici, già licenziato a gennaio dalla Commissione Europea, in attesa che fosse discusso (e ora approvato) dal Parlamento UE.

Quali sono i passaggi

Dopo il primo sì dell’Aula al testo di riforma, si apre il cosiddetto Trilogo (di fatto i Negoziati) tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europea, per arrivare alla versione definitiva della Direttiva, che una volta in vigore DOVRA’ essere applicata dagli Stati membri.

Di cosa parla la Direttiva

L’obiettivo di fondo è quello della riqualificazione del parco immobiliare esistente nei paesi dell’UE.

Secondo Bruxelles e da ieri anche secondo il Parlamento di Strasburgo, sarà necessario intervenire pesantemente per imprimere un brusco cambio di rotta nelle emissioni inquinanti degli edifici.

Cosa succederà agli Edifici Residenziali? 

Tralasciando tutte le altre categorie di cui parliamo in altri contesti, oggi ci focalizzeremo sugli Edifici Residenziali, cioè sulle case che tutti noi abitiamo quotidianamente.

Come sappiamo ormai sin troppo bene, la Direttiva prevede l'obbligo del passaggio alla Classe energetica E entro il 2030 e alla classe D entro il 2033.

Di fatto, si dovrà intervenire inizialmente sul 15% degli edifici residenziali più energivori collocati nella classe energetica più bassa, la G, che in Italia ammonta secondo i dati Istat a circa 1,8 milioni di stabili ad uso residenziale sul totale di 12 milioni, ma il peso complessivo delle categorie più energivore (E, F, G), raggiunge il 75% dell’intero patrimonio immobiliare italiano.

Con uno sforzo economico che, secondo le stime dell’Ance, dovrà essere enormemente superiore a quello già impressionante messo in campo per il superbonus 110% tra il 2021 e il 2022, dove si è intervenuti solo su circa il 3% degli edifici con una stratosferica spesa per lo Stato di oltre 71 miliardi di euro.

Come faccio a sapere in quale classe energetica è il mio apparrtamento?

La classe energetica dell'edificio è riportata su un documento chiamato APE o Attestato di Prestazione Energetica che, ai sensi della Legge n. 90 del 3 agosto 2013, che ha apportato ulteriori modifiche al D. Lgs. 192/2005, sostituisce quello che prima era l'Attestato di Certificazione Energetica o ACE.

Chi non ne fosse in possesso potrà richiederla al proprio tecnico di fiducia con la spesa di qualche decina di euro.

Chi paga?

Adesso tutti si chiedono cosa accadrà e se le nuove regole che impongono la classe E entro il 2030 e la D entro il 2033 nell’edilizia residenziale privata, si abbatteranno direttamente sulle tasche dei proprietari di casa o se ci saranno sostegni dallo Stato.

Al momento non esistono notizie reali in merito e solo al termine dell'iter previsto si potranno avere informazioni dettagliate. 

Quando ci sarà l’obbligo dell’efficientamento?

Questa è la questione più importante.

Ferme restando le date indicate in precedenza per l'efficientamento alle classi previste, il testo approvato dal Parlamento europeo prevede che gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche debbano essere effettuati al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino in caso di locazione, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’immobile o dell'intero edificio.

Inutile dire che i costi degli affitti e delle compravendite potrebbero avere uno scossone importante ma, ripetiamo, non parliamo o formuliamo ipotesi fantasiose su cose di cui al momento non c'è alcuna certezza.

Edifici nuovi

Nella direttiva si parla logicamente anche di edifici di Nuova Costruzione, anticipando, rispetto al testo della Commissione, l’obbligo di realizzare edifici a zero emissioni (Zero energy buildings o Zeb).

Già a partire da gennaio del 2026, scatterà l’obbligo per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici.

Negli altri casi la scadenza sarà a gennaio 2028

Dibattiti in corso

E’ feroce la dialettica politica sia in sede nazionale sia in sede comunitaria, su come affrontare questa enorme questione e soprattutto in carico a chi dovranno andare le spese relative.

Comunque vada, sia che i costi debbano essere sopportati interamente dai proprietari degli immobili sia che possa esserci un intervento dello Stato, saranno risorse che andranno ad incidere su tutta la comunità, perché i denari disponibili non sono certo illimitati.

Evidentemente la querelle non finisce qui e noi saremo sempre attenti ad informarvi con la solita tempestività e, ci auguriamo, chiarezza.

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